Le superstizioni dei Veneti

 Non mi considero una persona particolarmente superstiziosa, eppure mi capita spesso di ritrovarmi a compiere gesti e a dire cose per scongiurare la cattiva sorte (fra tutti, il cosiddetto "tocàr fero"). Col tempo, realizzando che effettivamente qualcosa suggestionava le mie azioni ed il mio modo di pensare, ho cominciato a chiedermi quale fosse l'origine di queste credenze. Ecco quindi la ragione di questo nuovo articolo! Vediamole insieme: 


    1. El primo de àno. Secondo la tradizione contadina veneta, porterebbe fortuna incontrare una persona di sesso opposto la mattina di capodanno e, porterebbe fortuna a tutta la famiglia far entrare in casa un maschio non appartenente al nucleo famigliare.

    2. Mascio o femèna? Mentre adesso con una semplice ecografia è possibile conoscere con largo anticipo il sesso del nascituro, una volta le donne in dolce attesa dovevano per forza affidarsi alla superstizione e, in particolare, al modo in cui la pancia si gonfiava. Ed è così che se si allargavano i fianchi, si era in attesa di un maschio; se invece il ventre cresceva a "punta", si era in attesa di una femmina. "Pansa a punta non va in guerra", dicevano infatti i nostri nonni. 

    3. Ea Vera nuziale. La fede nuziale nella nostra regione viene generalmente chiamata Vera, parola che in veneto slavo significa proprio fedeltà, fede. Secondo la tradizione, è buona cosa ordinare le fedi 23 mesi prima del matrimonio; esse devono essere inoltre scelte da entrambi gli sposi, ma acquistate dallo sposo, che in un secondo momento le affida al suo testimone, affinché le consegni al sacerdote prima della cerimonia. 

    4. Òci che sbate. Sappiate che se vi trema l'occhio destro, ci sono disgrazie in vista, e che se vi trema quello sinistro, qualcosa di buono vi sta per capitare.

    5. Passar soto ea scaea. Quante volte abbiamo sentito dire che passare sotto una scala porta sfortuna? Ebbene, sappiate che per i Cristiani questa superstizione nasce dal fatto che una scala a pioli (se poi i pioli sono dispari la sfortuna aumenta) appoggiata ad una parete ricorda la forma di un triangolo, che è simbolo dissacrante per la Trinità. Per scongiurare i cattivi auspici del transito sotto una scala, gli anziani consigliano di incrociare le dita fino a che si incontra un cane, oppure di sputarsi sulle scarpe. 

    6. Tredeze a tòea. Sedersi in tredici a tavola, come tutti sappiamo, porta una vera iella. L'antipatia per il numero 13 ha in realtà radici antichissime. Nella nostra cultura viene generalmente associato alla figura di Giuda Iscariota, ovvero il tredicesimo ospite a sedersi alla tavola di Gesù durante l'Ultima Cena. 

    7. Rebaltar sal. Anche questa è una superstizione che conosciamo molto bene. La sua origine? Secondo le fonti, in antichità il sale costituiva uno dei beni più preziosi: conservava gli alimenti e combatteva le malattie dovute a carenza di sodio e cloro. Rovesciarlo era quindi visto come un vero e proprio spreco di denaro. Non dimentichiamoci poi che la parola "salario" deriva proprio dal sale che i Romani usavano per pagare i soldati dell'esercito. 

    8. Aprir l'ombrèo. Aprire l'ombrello in casa, secondo la tradizione contadina, porterebbe sciagura e morte. Probabilmente questo deriva dalla somiglianza dell'ombrello aperto con il baldacchino sotto cui una volta arrivava il prete per portare l'estrema unzione. Più incerta, invece, l'origine della superstizione secondo la quale aprire l'ombrello quando c'è il sole, farebbe piovere.

    9. El fèro de cavaeo. Toccare ferro è un gesto scaramantico che compiamo praticamente tutti. Questa credenza sembra derivare dal fatto che un tempo i nobili del paese, che possedevano un cavallo, erano soliti ferrare i propri animali con oro e argento. Capite bene che chi ritrovava i ferri per strada, possedeva una bella fortuna!

    10. Pestar na merda. Almeno una volta, questo è capitato a tutti. Dirsi in quel momento che porta fortuna è in realtà una magra consolazione; eppure in antichità colui che ne era vittima si riteneva davvero fortunato. Nell'antico Egitto, infatti, agli escrementi venivano attribuite virtù terapeutiche; e in Europa, fino al XVIII secolo, la medicina ufficiale se ne serviva in quanto farmaci di comprovata efficacia; e, durante la seconda guerra mondiale, i soldati che attraversavano i campi minati seguivano le cacche lasciate dagli animali per trovare un passaggio sicuro. 

    Fatemi sapere nei commenti quale di queste superstizioni vi è piaciuta di più!

2 commenti:

  1. A me ha incuriosito quella della Vera...quando ho letto che vorrebbe dire fede in Veneto slavo...beh...cosa sarebbe il Veneto slavo? Sai dirmi qualcosa di più? Un articolo sulla lingua veneta sarebbe interessante!

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  2. Il Veneto slavo è parte di una teoria culturale, diffusa sopratutto in Slovenia, secondo la quale il popolo degli Slavi discenderebbe dai Veneti. Meriterebbe certamente un approfondimento! E' una storia curiosa!

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