Pieve di Soligo vs. Procida: Capitale Italiana della Cultura 2022

     Lunedì 18 gennaio, intorno alle ore 10:00, il Dott. Stefano Baia Curioni ha comunicato a tutta la Nazione il nome della città vincitrice a Capitale Italiana della Cultura 2022: Procida.

    Con lo slogan (geniale, a mio avviso) "la cultura non isola", il piccolo comune napoletano di quasi 10.000 abitanti ha sbaragliato la concorrenza, composta da:

    1. Ancona - La cultura tra l'altro
    2. Bari - Bari 2022. Capitale italiana della cultura
    3. Cerveteri - Alle origini del futuro
    4. L'Aquila - La cultura lascia il segno
    5. Taranto - La cultura cambia il clima
    6. Trapani - Capitale italiana delle culture euro-mediterranee. Crocevia di popoli e culture, approdi e policromie. Arte e cultura, vento di rigenerazione
    7. Verbania - La cultura riflette
    8. Volterra - Rigenerazione umana
    9. Pieve di Soligo - Pieve di Soligo e le Terre Alte della Marca Trevigiana

    E aggiudicandosi l'ambito titolo con la seguente motivazione:
"Il progetto culturale presenta elementi di attrattività e qualità di livello eccellente. Il contesto dei sostegni locali e regionali pubblici e privati è ben strutturato. La dimensione patrimoniale e paesaggistica del luogo è straordinaria. La dimensione laboratoriale che comprende aspetti sociali di diffusione tecnologica è dedicata alle isole tirreniche, ma è rilevante per tutte le realtà delle piccole isole mediterranee. Il progetto potrebbe determinare grazie alla combinazione di questi fattori un'autentica discontinuità nel territorio e rappresentare un modello per i processi sostenibili di sviluppo a base culturale delle realtà isolane e costiere del Paese. Il progetto è inoltre capace di trasmettere un messaggio poetico, una visione della cultura che dalla piccola realtà dell'isola si estende come un augurio per tutti noi, al Paese nei mesi che ci attendono"

    Un riconoscimento che, come sottolinea lo stesso Ministro Franceschini, ha premiato la capacità di progetto piuttosto che la bellezza e la storia della città in sé (questo perché, in caso contrario, la lotta sarebbe stata ancora più impari). 

    Tra le dieci finaliste di lunedì 18 gennaio c'era anche la nostra Pieve di Soligo, con un dossier ad ampio spettro (sono in realtà 30 i comuni coinvolti ndr.) e dal sapore eco-sostenibile ("Paesagire" di Zanzotto quale filo conduttore). 
    Ma cosa avrebbe significato vincere? Ebbene, vincere come Capitale della Cultura significa ottenere dal Ministero dei Beni Culturali un milione di euro da investire nella realizzazione del proprio progetto. Va ricordato che questa iniziativa è stata introdotta nel Decreto Legge 31 maggio 2014, n.83 (lo stesso dell'ArtBonus ndr.), che contiene nuove misure in materia di tutela del patrimonio culturale, di sviluppo della cultura e di rilancio del turismo. (Tre aspetti talmente complessi che chiedersi come si possano affrontare con un solo milione di euro è - a mio avviso - più che lecito. Ma meglio averli, che non averli, giusto?).

    Cura dell'ambiente, sostenibilità e coesione sociale, sono le parole chiave che troviamo nel dossier di Pieve di Soligo; un progetto caratterizzato dal binomio cultura-innovazione, e che si fonda sui seguenti quattro pilastri: decostruzione rigenerativa, investimento sul digitale, albergo diffuso, e distretto del cibo. Vediamoli uno ad uno.

    • Decostruzione rigenerativa: avete mai pensato a ciò che si presenta agli occhi di un ipotetico turista quando mette piede fuori dal territorio delle Colline del Prosecco? Capannoni, eternit, cemento. Costruzioni che raccontano un'epoca e che hanno fatto grande il Veneto, ma che hanno compromesso gravemente il paesaggio e l'immagine di paradiso verde che ora abbiamo bisogno di creare (se vogliamo che i turisti accorrano a frotte invece di scegliere le colline toscane). Ma quale strada percorrere? Ebbene, la soluzione proposta da Pieve è l'unica. Si potrebbe riqualificare, certo, come nel caso di numerose città inglesi (es: Manchester), che hanno saputo convertire la propria vocazione industriale in vocazione turistica; ma temo che nel nostro caso servirebbe a poco: non abbiamo infatti villaggi vittoriani in mattoni da restaurare (tipo così), ma vuoti capannoni in calcestruzzo. E' quindi importante che se ne parli. E questo fa senz'altro onore a Pieve. 
    • Investimento sul digitale: tutto quello che vi viene in mente a riguardo, va bene e si può fare. Anche grazie alle nuove tecnologie 5g. Mi sarei però aspettata da parte di Pieve una comunicazione via social più efficace. Basti confrontare il sito web di Procida 2022 con quello di Pieve 2022 per capire che forse si poteva fare qualcosa di più. 
    • Albergo diffuso: come già era accaduto per la candidatura UNESCO, torna la possibilità di convertire granai, casolari, stalle, ecc. in strutture ricettive. In merito, non ho nulla da obiettare: piuttosto che costruire qualcosa di nuovo, preferisco che venga sfruttato ciò che c'è già. Tuttavia, dal momento che si parla di un prodotto turistico, va quantificata con attenzione la domanda per evitare che l'offerta sia troppo grande e le energie inutilmente disperse.
    • Distretto del cibo: cultura enogastronomica, per un territorio come il nostro, da sviluppare e integrare. Anche qui, più che d'accordo. Sarebbe poi interessante costruire dei club di prodotto, spingendo maggiormente gli stakeholder del territorio a collaborare insieme e a creare rete. 
    Al di là del risultato, partecipare a questa iniziativa è stato per Pieve di Soligo un bel banco di prova. Il nome di questa cittadina, per diverse settimane, è stato infatti sulla bocca di tutti. Non dobbiamo però dimenticare, prima di rivolgere le nostre energie ad altri progetti, che non basta vincere un titolo per essere dei campioni. Non basta diventare patrimonio dell'umanità per essere destinazione turistica, e quindi meta di viaggiatori italiani e stranieri. 
    Ci vogliono pianificazione, organizzazione, professionalità. 




2 commenti:

  1. Condivido pienamente l'articolo e in modo particolare l'analisi finale, servono progetti e figure all'altezza del compito.

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    1. Già! Quando capiremo questo, e cominceremo a muoverci di conseguenza, le cose funzioneranno meglio!

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