PPR: piano paesaggistico regionale

Benvenuti e ben ritrovati! Con questo quarto articolo (doveva essere l'ultimo ma in realtà c'è un'ultima cosa di cui vorrei parlarvi la prossima settimana) della serie di approfondimenti incentrati sul territorio, la sua valorizzazione e le normative di riferimento (se vi siete persi gli scorsi articoli, andate quiqui e qui).

L'argomento di oggi, invece, è il cosiddetto Piano Paesaggistico Regionale (PPR) che il nostro Paese (assieme ad altre 14 Nazioni europee) ha approvato nel 2000. Perché dovrebbe interessarci? E qual è l'obiettivo di questo documento? Se volete saperne di più, non fermatevi nella lettura! E se i vostri dubbi non saranno completamente svaniti o vorrete saperne qualcosa in più, vi invito a lasciare dei commenti qui sotto o nella mia pagina Instagram!

Innanzitutto, sappiate che il Piano Paesaggistico è contenuto nel Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, in quanto è universalmente riconosciuto che il paesaggio svolge un ruolo centrale nella formazione del benessere individuale e sociale e che, per questa ragione, esso debba essere salvaguardato, gestito e pianificato.


L'articolo 135 del Codice dispone che siano lo Stato e le Regioni ad occuparsi della conoscenza, della salvaguardia, della gestione e della pianificazione del territorio, sottoponendolo a specifica normativa d'uso mediante piani paesaggistici (PPR), o mediante piani urbanistico-territoriali. Questi piani paesaggistici, una volta riconosciuti gli aspetti e i caratteri peculiari del territorio, suddividono il paesaggio in ambiti di paesaggio. Per ciascun ambito il Piano predispone specifiche normative d'uso e attribuisce adeguati obiettivi di qualità, tenendo conto - come nel nostro caso - di siti UNESCO, di emergenze naturalistiche o paesaggistiche, di caratteri storico-culturali, di insediamenti architettonici e/o archeologici.

Una volta che i beni di interesse paesaggistico sono stati individuati (art. 142), il Ministero o le Regioni ne prendono provvedimento, determinando in un secondo momento le specifiche prescrizioni d'uso volte ad assicurare la conservazione dei valori paesaggistici ad essi attribuiti.

Il Piano prevede inoltre misure di coordinamento con appositi strumenti di pianificazione territoriale, con piani, programmi e progetti nazionali e regionali di sviluppo economico. Sta poi agli enti locali conformare e adeguare i propri sistemi urbanistici e territoriali alle previsioni del Piano, sempre ovviamente entro i termini stabiliti dalla legge (art. 145).

E' quindi seguendo queste direttive che il 15 luglio 2009 la Regione Veneto e il Ministero per i beni e le attività culturali hanno prodotto il cosiddetto Piano Paesaggistico Regionale (PPR), sottoscrivendo quindi un protocollo d'intesa. 

Attualmente, ai sensi di quanto previsto dall'articolo 143 del Codice, si continua la ricognizione dei beni paesaggistici e delle aree tutelate. I progetti previsti dal Piano sono due: 
  1. il progetto ATTESS che prevede il miglioramento delle prestazioni energetico-ambientali dell'edilizia storica;
  2. il progetto di Tutela e valorizzazione dell'architettura rurale. 
Nella speranza di essere stata sufficientemente esaustiva, vi do l'appuntamento alla prossima settimana!

A presto ^^

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