Se vivete nel territorio delle Colline del Prosecco è possibile che abbiate trovato nella posta di casa un piccolo libriccino, di una sessantina di pagine, intitolato appunto "Le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene". Si legge in una decina di minuti, il testo è davvero scorrevole, ed è pieno di bellissime immagini. Quando due domeniche fa sono stata al convegno di Pieve di Soligo (per vedere l'articolo sull'evento clicca qui), ho avuto modo di riceverlo in anteprima e quindi di leggerlo un paio di volte. Ci sono una serie di parole - parole chiave - che mi hanno colpito particolarmente e che vorrei qui riportarvi, invogliando, chi non lo ha ancora scorso, a farlo e chi lo ha già letto, a riflettere con più attenzione sui contenuti proposti.
- IDENTITA' e TRADIZIONE: i prologhi di Luca Zaia, presidente della Regione, e di Innocente Nardi, presidente dell'associazione "Colline Conegliano Valdobbiadene Patrimonio dell'Umanità", insistono con veemenza su queste due parole: ciò che rende speciale questa area geografica è la forte connotazione identitaria e storica. Secondo, per esempio, un recente studio del catasto napoleonico del 1810, gli attuali appezzamenti di terreno coltivato si potrebbero sovrapporre a quelli dell'epoca.
- AUTENTICITA' e UNICITA': le tradizioni che i viticoltori hanno saputo mantenere e portare avanti negli anni hanno reso le nostre colline un territorio unico e autentico. La cosiddetta "viticoltura eroica" è infatti motivo di interesse e curiosità per i visitatori.
- PROTEZIONE e CONSERVAZIONE: avendo io studiato Conservazione dei Beni Culturali posso garantirvi che questi due termini stanno alla base della salvaguardia di un patrimonio, di qualsiasi tipo. Proteggere un monumento o - come nel nostro caso - un paesaggio significa attuare tutte quelle disposizioni volte a prevenire eventuali danni o pericoli; mentre conservarlo, significa garantire la sua esistenza negli anni intervenendo su di esso il meno possibile.
- PATRIMONIO: le colline del Prosecco, grazie alla nomina Unesco, sono adesso diventate un bene comune di eccezionale valore universale. Ciò significa che il nostro territorio, la terra su cui camminiamo ogni giorno, è qualcosa di trascendentale, qualcosa che resterà e che racconterà di noi anche quando non ci saremo più.
- SVILUPPO: con la nomina Unesco le nostre colline vanno incontro ad una rilevantissima prospettiva di sviluppo. Si prevedono nuovi posti di lavoro e nuovi settori di sbocco impiegatizio. Per non parlare di un incremento di visitatori del circa 7% già dal prossimo anno.
- SOSTENIBILITA' AMBIENTALE: Certo, benvenuto lo sviluppo culturale, turistico ed economico, ma ciò che non si può dimenticare è la sostenibilità ambientale. L'uomo, da sempre capace di una resilienza straordinaria, si è adattato al territorio senza alterarne le componenti geomorfologiche delle dorsali, la biodiversità e gli aspetti architettonici.
- VALORIZZAZIONE. Come valorizzare, si chiede il vademecum, il nostro paesaggio e, quindi, il nostro patrimonio? Bisogna informarsi sui percorsi, sugli itinerari, conoscere gli aspetti culturali, nonché le origini storiche e morfologiche dell'area, così da poterlo raccontare a tutti coloro che verranno da noi in visita.
Ecco, brevemente, gli aspetti su cui mi sono soffermata leggendo l'opuscolo. Fatemi sapere se lo avete letto e che riflessioni ne avete tratto!
A presto, amici
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